I 4 elementi – Il FUOCO o CIELO di Omero

Del cielo e delle sue influenze

Dopo la separazione del caos, il cielo è diventato l’essere più sottile, il più incomprensibile e il più elevato, un vapore acquoso molto sottile, leggero, puro, volatile; causa per cui si è elevato in alto, ed ha preso il posto più elevato: è la parte più sottile, la più affollata di vita e di potere attivo.
Ragion per cui il cielo è il primo agente ed il padre di ogni cosa, la semenza maschile, l’anima ed il liquore vivificante della vita, il nettare, l’ambrosia, un’aria, un’acqua sottilizzata ed una terra volatile.
Il cielo e l’aria, come abbiamo detto sopra, non hanno le loro emanazioni dall’alto, ma dal basso verso la sfera terrestre ed acquatica, conformemente alla volontà assoluta del Creatore. Come i primi rinviano le loro emanazioni in basso, lo stesso l’acqua e la terra rinviano le loro in alto verso l’aria ed il cielo.
Il cielo, come il più instabile, si riscalda a causa del suo movimento perpetuo, si accende, inizia a bollire, a dare dei vapori, a sudare e ad esalare in una maniera impercettibile ed invisibile, tutto ciò di cui non ha bisogno per la sua consistenza. Siccome è destinato ad emanare i suoi vapori e le sue influenze verso il basso e non verso l’alto, questo vapore scende nella sfera più vicina che è l’aria: e siccome questa non è né troppo spessa, né troppo sottile, vi si lascia prendere, vi si mescola, si unisce e si coagula con il vapore sottile dell’aria si digerisce e circola da un lato e dall’altro con un movimento perpetuo, fino a che uniti intimamente insieme, sono propri a congiungersi alle emanazioni inferiori della terra e dell’acqua, per procreare e rigenerare la semenza universale, o lo spirito del mondo, o l’acqua caotica. Così, una volta che il cielo si è insinuato nell’aria, l’aria si dispone e si rende propria anche ad essere unita con l’acqua che ne è l’elemento più vicino.
Un amatore non deve pertanto immaginarsi che occorra molto tempo al cielo per unirsi con l’aria, ne all’aria per unirsi con l’acqua e la terra: non appena si incontrano, si fa l’unione, perché vi si preparano sempre di più, cammino facendo, con l’estensione ed attenuazione delle loro parti, mediante la circolazione od il movimento; poi si mescolano intimamente insieme e si uniscono, nel loro incontro, come il fumo con il fumo, e l’acqua con l’acqua. Siccome questa quadrupla congiunzione del cielo, dell’aria, dell’acqua e della terra, si fa con un vapore chiaro e sottile, una nebbia, od un fumo in maniera di vapore; è facile comprendere che un vapore o fumo si insinua e si mescola molto facilmente con un altro ed un’acqua con un’altra; soprattutto quando tutte queste parti vi sono naturalmente collocate, che sono di una stessa materia e che hanno una stessa origine.
Qualcuno potrà domandare se il cielo, con le sue emanazioni continue, non perda nulla della sua quantità e della sua forza; perché naturalmente sembra impossibile che una cosa dia delle emanazioni continue senza perdere molto della sua sostanza e della sua forza, se non sono rimpiazzate da altre: tutto come un uomo, che sudasse fortemente e continuamente, non potrebbe mancare di diventare debole ed abbattuto.
É facile rispondere a questa difficoltà; il nodo va ad essere slegato con le riflessioni e considerazioni seguenti.
Non è meno certo che visibile ai nostri occhi che questo grande spazio, che è fra il cielo e la terra, è continuamente pieno di vapori, di nebbie, di fumi e di esalazioni; che questi vapori, per poco che si condensino, si risolvono in pioggia, neve, rugiada, galaverna, e grandine, nello stesso istante; e che in seguito le esalazioni dal basso e dall’alto rincominciano: di modo che non c’è nessuna interruzione nella produzione di questi vapori, ai quali noi diamo il nome generale di aria.
Tutto ciò che evapora o esala, ha di per sé una tendenza ad attirare a sé il suo simile. Quando ciò che è stato attirato si è mescolato nella sua sostanza, e che è passato per tutti i suoi componenti; è naturalmente forzato ad evacuare il suo superfluo o l’escremento con le vie che vi sono destinate: come anche l’uomo, quando è in un luogo dove la sua respirazione non è libera, o che è esaurito dai sudori, è obbligato, sotto pena di perdere la vita, di prendere aria, del cibo, delle bevande, e di attirarle a lui come essenti a lui analoghe; e questo con un desiderio ed una forza naturale che gli porta a rimpiazzare le sue dissipazioni, a rinfrescare il suo corpo ed a fortificare la sua vita.
Ma come tutto ciò che prende, sia dell’aria, sia del cibo e delle bevande, non pervengono in totalità a formare la sostanza della sua vita; egli elimina il superfluo mediante le vie che vi sono destinate, il più sottile con i sudori, il meno sottile con le urine, con il naso, con il moccio e gli sputi, ed il più grossolano con le feci ed i vomiti. Quando si è sbarazzato di queste cose, rincomincia naturalmente l’attrazione dell’aria fresca, del cibo, delle bevande, e ne fa di nuovo un superfluo, od escremento per spingerlo ancora fuori.
Ora, come l’aria, il cibo e le bevande, cambiano nell’uomo interamente di specie e di natura, e sono totalmente trasmutate e cambiate dall’archeo umano nella propria sostanza dell’uomo: al punto che gli escrementi non danno proprio la minima indicazione della natura precedente dell’aria, del cibo e delle bevande: ma che tutto è di una figura interamente differente, e che è impregnata della sostanza umana e dei suoi spiriti vitali, vale a dire di un sale volatile, come l’analisi lo dimostra: alla stessa maniera il cielo, l’aria, l’acqua e la terra rimpiazzano le loro diminuzioni con delle parti che gli sono simili: il cielo riceve i vapori che salgono dal basso in alto, che in cammino sono stati preparati, sottilizzati al più alto punto, e che sono stati attirati attraverso la regione dell’aria, fino al firmamento, e di là più in alto per rimpiazzare le emanazioni del cielo; il cielo ne prende tanto che gliene bisogna, li cambia nella sua natura e quando se ne è saziato, espelle il superfluo o gli escrementi con un impulso naturale nel firmamento e nell’aria, l’aria cosi se ne sazia, si ispessisce per i vapori che vengono senza discontinuazione dall’alto e dal basso, risolve il superfluo in pioggia ed in rugiada, e le spinge come un escremento verso la sfera inferiore dell’acqua, anche l’acqua scarica le sue spesse superfluità, e le dona alla terra; la terra trabocca e si sazia anche delle sue influenze, e getta fuori le parti superflue di questa acqua mediante il calore centrale e naturale che essa contiene, le risolve di nuovo in vapori, esalazioni, nebbie e fumo, e li spinge cosi nell’aria. Questo cambiamento di aumento e di diminuzione, di attrazione e di espulsione è stato comunicato alla natura per un ordine molto saggio del Creatore, per continuarlo così fino a che il mondo finisca per sua volontà.
Un amatore vede ora e chiaramente che tutto deve prendere il suo sostentamento da ciò che rigetta; ma solamente dopo che l’alterazione vi è preceduta. Ciò che noi chiamiamo escrementi, o espulsioni, ridiventano di nuovo il nostro nutrimento, l’uomo mangia del pane e della frutta, beve del vino, della birra, etc., da cui fa i suoi escrementi che sono riportati ai campi; vi si semina il grano, e cosi cresce di nuovo del nutrimento dai suoi propri escrementi: lo stesso un albero che perde le sue foglie in inverno, esse cadono sulla terra, marciscono e diventano un succo che si infila nelle sue radici, ingrassa e nutre di nuovo l’albero da cui è uscito.
È osservando tutte queste cose che si conoscerà il superiore e l’inferiore di Hermes, la catena d’oro di Omero, l’anello di Platone, e che si sarà convinti che una cosa si trasmuta nell’altra e ridiventa, per la vicissitudine delle cose, la stessa o simile a quella che era prima.
Non è difficile concludere, poiché tutto è stato una sola ed unica materia, dalla quale tutto ha preso la sua origine, che bisogna necessariamente che una cosa si cambi per regressione nella stessa, da cui essa ha tratto i suoi principi; tutto essendo stato acqua, deve anche ritornare tutto in acqua, poiché l’acqua era il suo primo principio. Applicate ora questa regola a tutto ciò che seguirà in questo trattato; questo non sarà un piccolo avanzamento per la nostra Arte. Esaminiamo adesso, secondo l’ordine delle materie, ciò che è l’aria.

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